giovedì 11 febbraio 2010

Collegio dei docenti

Oggi pomeriggio, ho partecipato ad una riunione collegiale, di cui sono parte integrante.
Mi intristisce la precarietà dell'uomo, la sua piccolezza,la paura, il lassismo, l'abbondanza delle menzogne che lo arricchiscono. Non sono una buonista,lo so. Sono critica e con grande presunzione penso  che ho il dovere di pormi domande, il diritto di pretendere risposte, di provocare discussioni. Non posso restare ferma e continuare a fare solo poesia! Fosse solo per vivacizzare la situazione!
C'è caduta una valanga sulla testa! La slavina della riforma ci trascina!Una calamità naturale si è abbattuta su tutti noi indifferentemente, e la maggiore preoccupazione risiede nell'appropriazione di pochi ambiti accessori? Mi intristisce questa misera condizione; mi addolora di associarmi ad un personale che non reagisce ,nel suo piccolo potrebbe, mi nausea l'idea che la corrente mi trascini, senza neanche lo sforzo di aggrapparmi a qualcosa! Che diamine un minimo tentativo di sopravvivenza ,pure si deve fare!
A volte penso che la maggior parte dei problemi che ho avuto, in ambito lavorativo risiede nella mia grande convinzione che solo la trasparenza e la verità possa rendermi migliore (problemi simili li ho registrati anche in altri ambiti e per lo stesso motivo!).
I problemi sono nati perchè la mia non è una semplice convinzione, è norma nella mia vita;e questo irrita.
La maggior delusione risiede nella convinzione, che finchè mostreremo la paura permetteremo ad un omino così piccolo di alzare la voce, di abusare in modo palese della intelligenza altrui e saremo linfa vitale per la sua viltà.
 Historia magistra vitae! La paura è concime per l'appropriazione della tua/mia libertà, la paura di chi non alza la voce,la paura di perdere piccoli favoritismi,la paura di esporsi,rafforza l'ego e il delirio di onnipotenza di chi è di fronte a te.

3 commenti:

  1. Marinella, io non conosco la tua realtà, ma da noi credo sia diversa. Al di là degli aspetti normativi che bene conosciamo, al di la dei colleghi che come isole a sestanti gestiscono a proprio modo "l'insegnamento quotidiano" limitatamente agli schemi applicativi, il vero problema, come sai, è l'educazione che dobbiamo necessariamente imporre ai nostri ragazzi. Non tanto nella paura generalizzata di saper "gestire" la cosa entro i canoni della correttezza, ma quella di dover educare loro, parlarlando di legalità, di responsabilita, di trasparenza, di antimafia, di globalizzazione, di socilizzazione, integrazione. Forti rimangono le convinzioni da parte di molti genitori che la scuola impegna i ragazzi, in toto ma altrettanti sono dell'idea che per togliere i figli da casa e da strada è meglio che vadano a scuola tanto "ci pensano i professori" ..meglio la scuola che il carcere ..
    Maurizio

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  2. Grazie maurizio, condivido ciò che dici ,ma oggi sembra che nella scuola la didattica sia accantonata per dare spazio ad aggregati,voci e capitoli di spesa!La difficoltà non risiede nei ragazzi, ma nella normativa, nella cattiva gestione delle risorse, nel non considerare le priorità...una volta si diceva che i ragazzi sono il futuro, non è così nella realtà! I ragazzi sono un numero di accredito! ciao a presto

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  3. Hai ragione, condivido con te il pensiero. I ragazzi sono un numero di credito, è vero...Viva L'Italia.
    Ciao Marinella.

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