venerdì 22 gennaio 2010

"caro" ministro....

Caro signor Ministro perdoni il tono confidenziale e mi scusi per il "caro", ma mi sembra giusto rivolgermi a Lei con lo stesso affettuoso aggettivo con cui Ella vuole gratificarci ogni volta che parla di noi. Lei, quando si riferisce a noi "classe docente" afferma che i professori sono tendenti a sottrarsi al loro dovere per una "innata" pigrizia; e ancora aggiunge che usiamo ogni possibile stratagemma per sottrarci al nostro dovere. Mi soffermo, penso e mi viene spontaneo rivolgerle qualche domanda:
a) Lei conosce il lavoro necessario a svolgere la nostra funzione?
b)ha mai studiato, letto con attenzione il nostro certificato stipendiale?
c)ha mai riflettuto su quello che lei e suoi strateghi (complici) legifera?
d) Lei ha mai pensato come sopravvive un precario, che non ricopre il posto che ha occupato precedentemente?....certo ha un sussidio!....  lavora in nero..con la vostra legittimazione!
Andrà ancora peggio"caro" ministro con il riordino del territorio, con l'accorpamento delle cattedre ,con l'obbligo a 15 anni......
Non sarebbe tempo che il Governo si comportasse in maniera meno offensiva ed anche-mi scusi- meno stupida?
Il mondo della scuola è complesso, difficile e può capirlo solo chi fa scuola non chi crede di reinventarla! I docenti lavorano per quattro soldi, vessati da burocrazia e certificazioni inutili poco proficue,non ricevono incentivi se non tassati tante di quelle volte che diventano illusione!
Lo Stato continua a non investire in modo costruttivo sulla scuola, e parimenti il suo Ministero nn offre imput di investimento.Perchè mai le chiedo viene mantenuto in piedi un meccanismo contorto e truffaldino che pare studiato apposta per dequalificare la qualità del lavoro dei docenti,per spingerci sempre di più in una situazione di debolezza e di inerzia guidata. Possibile che Lei e gli strateghi del suo Ministero non sappia che con questi quattrosoldi non si vive bene nè a Roma nè a Palermo nè a Milano? Nè in nessuna parte d'Italia.
Andiamo ora nello specifico "caro"Ministro. Io non so lei quali scuole abbia frequentato, in quali scuole abbia "Insegnato" per poter così elaborare concetti di natura dequalificanti per la professione che Lei in Primis dovrebbe aver fatto. Quaante volte si è fermata ad ascoltare l'impotenza dei docenti, dettata dal sistema scuola e dal sistema sociale dove opera.
Lei, lo sa che ieri ho diviso con tre colleghi un pezzo di gesso? Che usiamo gli scottex come cancellino? (al "Nord" avete tutti le lavagne interattive? Noi no) lo sa che da due anni portiamo la carta igienica da casa? lo sa che da due anni i docenti fanno le fotocopie agli alunni a proprie spese?
E' giusto "caro"ministro imputare ad una categoria il fallimento di una istituzione ( centrale e decentrata) attraverso leggi e leggine, riforme e riformine,attraverso il cambio di persone e personaggi che negli ultimi 25 anni hanno occupato la poltrona che Lei occupa oggi?
Le ricordo, però che Lei siede sulla stessa poltrona che fu di Croce,Gentile, e Moro....rifletta... historia magistra vitae!
Per quanto detto, La invito sentitamente, ove mai intendesse nel futuro rivolgersi ad un professore di non usare l'aggettivo "caro"dato l'infimo prezzo di mercato dello stesso.
docente a tempo indeterminato presso un Isituto Superiore di Napoli

2 commenti:

  1. cara amica mia, ti manderò più tardi il commento al tuo articolo.
    ora sono a scuola...

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  2. ...bella lettera,...semmai il nostro "caro Ministro" dovesse in qualche modo poterla leggere, cara amica mia, penso che non potrebbe mai capire.
    Sarò più chiara dicendo che non si può cambiare una ricetta se non se ne conoscono gli ingredienti.
    Penso che la "cara" Gelmini abbia tutte le buone intenzioni ma non conosce la scuola e dunque non la può cambiare.
    Proposta: Caro ministro faccia una full immersion nei vari ordini di scuola, come un insegnante qualsiasi, in una scuola qualsiasi,per più settimane e poi.....faccia le sue leggi.
    UTOPIA.
    Gentili colleghi, uomini d'altri tempi..rassegniamoci a mangiare la stessa torta, impastata con gli stessi ingredienti da, ancora una volta, una mano che non conosce la ricetta a cui sta lavorando.
    Vorrei ancora dire al nostro "caro ministro" che se vi è ancora amore x la scuola da parte di un numero non esiguo di ragazzi, ciò è merito della grande passione che molti di noi hanno x la scuola e per la stessa sorte della nostra amata Italia.

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